“Regalo emozioni con le note e mi fa stare bene”, intervista alla pianista Veronica Rudian.

Il racconto del secondo concerto benefico “Con la musica si può” organizzato dalla Fondazione l’Uomo e il Pellicano a favore di AISLA Savona-Imperia.

Veronica Rudian, classe 1990, è una musicista, pianista e compositrice da oltre 20 anni. Il 19 luglio si è esibita, per la seconda edizione del Concerto benefico “Con la musica si può” a favore di AISLA, nella splendida cornice di Villa Ormond a Sanremo. Un’edizione che ha voluto riprendere le fila e la buona riuscita del primo appuntamento, che si era svolto a Bordighera a dicembre. L’evento è stato organizzato e promosso dalla “Fondazione l’Uomo e il Pellicano” in collaborazione con il Club per l’UNESCO di Sanremo ODV.

Istituita a maggio 2023 da Alberto Guglielmi Manzoni, la Fondazione è un ente del Terzo Settore che opera a livello nazionale, con sede principale a Sanremo. Le attività svolte dalla Fondazione perseguono due filoni: uno culturale e uno solidaristico filantropico. Ispirandosi all’opera e al messaggio etico del medico-missionario alsaziano, nonché premio Nobel per la Pace, Albert Schweitzer, nei 14 mesi di vita ha dato vita a diverse iniziative benefiche, unendo gli obiettivi della Fondazione al territorio ligure.

“È sempre un onore poter contribuire con la musica. Come ogni forma d’arte, la musica è una scia positiva da poter regalare al prossimo e questo mi fa stare bene”, ha commentato Veronica Rudian.

Come è nata la passione per la musica e la tua carriera da pianista?

A 2 anni i miei genitori mi hanno regalato una tastierina giocattolo. All’epoca, negli anni ’90, andavano di moda gli 883 e i miei nonni, per farmi stare buona, mi accendevano la radio. Mi hanno raccontato che un giorno, d’improvviso, mi hanno sentito suonare con una mano una melodia degli 883. Quell’anno ho cominciato la scuola di musica. A 4 anni ho cominciato a suonare il pianoforte. A 8 anni sono entrata nell’Accademia Chopin a Padova. Sono compositrice da 10 anni. Sono autodidatta e ho deciso di dedicarmi alla composizione. Tutto mi arriva al naturale. So che in qualsiasi momento, positivo o negativo, posso tirar fuori tutti con quello che scrivo”

Che tipo di sensazione ti ha restituito suonare per la Comunità SLA?

“Già durante il concerto di dicembre erano arrivate emozioni forti.  È bello sapere che tramite delle note si possa contribuire ad una giusta causa. Regalare emozioni al prossimo mi fa stare bene dentro e penso che sia sempre bello poter aiutare le persone. La musica dovrebbe portare sempre gioia e felicità.”

A presentare la serata il presidente della Fondazione Alberto Guglielmi Manzoni. Tra gli ospiti della serata, la scrittrice e autrice di Geronimo Stilton Elisabetta Dami e la psicologa AISLA Martina De Vito.

Dott. Manzoni, la sua Fondazione è giovane ma animata da grandi obiettivi, cosa la entusiasma di più?

“Mi piace dire che sono un piccolo uomo animato da grandi ideali. La Fondazione si muove su due aspetti principali, uno culturale e uno più solidaristico filantropico. In generale, promuoviamo il sentimento della gentilezza come filosofia di vita.”

La Fondazione è stata molto vicina alla Comunità SLA ligure.

“Parto dal presupposto che la salute è un bene preziosissimo. Stare bene a livello psicofisico e morale deve diventare imperativo per aiutare coloro che sono più fragili.  Tutti noi dobbiamo stare meglio, prendendoci cura di noi stessi, attraverso uno stile di vita sano, nutrendoci di scienza, coltivando la gentilezza e cercando le belle cose nelle piccole cose di ogni giorno. È stato importante, per me, poter aiutare famiglie con disabili gravi come coloro che sono affetti da SLA. 14 mesi di vita per una Fondazione è davvero poco. Ma mi piace pensare che sia una piantina piccola che possa presto diventare un albero forte e rigoglioso.”

La serata è stata un momento di grande condivisione, cosa l’ha colpita?

“Gli ingredienti per una buona riuscita c’erano tutti. Non è un caso che Veronica Rudian sia stimata anche dal grande Alberto Fortis. La sua musica tocca i cuori. L’atmosfera era davvero unica, in questo parco pieno di piante esotiche. Un’emozione anche avere la madrina di Geronimo Stilton, la scrittrice del simpatico e intellettualoide topo giornalista. Non è facile incontrarla perché è sempre in giro con i suoi libri ma è nata e cresciuta a Sanremo e i suoi testi sono stati letti da generazioni.”

A presentare l’attività di supporto psicologico per le persone con SLA, la dott.ssa Martina De Vito, psicologa del Centro di Ascolto AISLA.

“Spesso il sistema non riesce a provvedere in maniera efficiente a tutte le necessità della persona, ed è qui che entra in gioco AISLA che cerca di fornire un supporto adeguato. E’ importante fornire supporto psicologico ai pazienti ma è possibile fare una presa in carico anche della famiglia e i caregiver attorno al paziente come ad esempio, figli o coniugi. Il supporto psicologico è molto importante data la diagnosi infausta che entra a gamba tesa all’interno di un nucleo familiare. Spesso, per la famiglia è molto difficile accettare la diagnosi. Accettazione vuol dire fare i conti con la malattia, saperci convivere. Si deve cercare di trovare un nuovo equilibrio all’interno della famiglia e comprendere le nuove esigenze che emergono, non solo a livello fisico ma anche a livello emotivo.”

Veronica Rudian

Il ricavato dei biglietti, di tutte le iniziative organizzate e promosse dalla Fondazione l’Uomo e il Pellicano, è stato devoluto interamente alla Sezione territoriale AISLA Savona-Imperia.

Da circa un anno la sezione AISLA Savona Imperia ha trovato un sostegno importante che ha promosso delle iniziative molto valide sia dal punto di vista culturale sia dal punto di vista musicale – ha commentato Valentina Sguerso, Presidente AISLA Savona Imperia  –  Questo ci ha permesso di far fronte a delle richieste impegnative di aiuto economico di famiglie e di persone con SLA sul territorio. Ringrazio Alberto Guglielmi Manzoni per l’opportunità, consapevoli che la sinergia sarà longeva e porterà grandi risultati. Ringrazio Veronica perché con la sua musica ci ha permesso di guardare oltre la nostra malattia, regalandoci una bellissima serata.”

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