Prosegue con l’inserimento dei pazienti il progetto di ricerca clinica “RAP-ALS"
RAP-ALS, “trattamento con rapamicina nella Sclerosi Laterale Amiotrofica”, tra gli studi vincitori della ‘AriSLA Ice Bucket Call for Clinical projects’ lanciata nel 2015, è coordinato dalla dott.ssa Jessica Mandrioli, U.O. Neurologia del Dipartimento di Neuroscienze, presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Modena.
RAP-ALS ha avuto avvio a ottobre 2017. Il Centro promotore e coordinatore dello studio è l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Modena.
Lo scopo di questo studio è di verificare se rapamicina (un farmaco usato per la prevenzione del rigetto da trapianto di rene) ha un effetto su alcuni biomarcatori nei pazienti SLA (linfociti T-regolatori e autofagia).
In numerosi modelli cellulari e animali la rapamicina si è rivelata in grado di promuovere la rimozione delle proteine alterate che si accumulano all’interno dei neuroni attraverso l’induzione dell’autofagia; rapamicina è inoltre in grado di indurre la differenziazione dei linfociti in cellule T-regolatorie (linfociti T-reg) capaci di trasformare lo stato infiammatorio “tossico” della microglia, che favorisce la morte neuronale, in uno stato “protettivo”. Rapamicina è quindi un farmaco candidato ad agire su due meccanismi specificatamente implicati nella patologia.
Lo studio di fase 2, coinvolge 8 centri italiani che recluteranno 63 pazienti affetti da SLA, prevede un periodo di trattamento in doppio cieco di 18 settimane ed un periodo di follow-up di 36 settimane. I pazienti sono randomizzati in 3 bracci di trattamento, corrispondenti a 2 differenti dosi di rapamicina o placebo.
In cosa consiste la sperimentazione
Le persone che sono inserite in questo studio ricevono rapamicina o placebo (cioè una sostanza inerte) per 18 settimane. Durante questo periodo i pazienti devono effettuare visite ogni 2 settimane presso il centro in cui sono in cura e assumere a casa una terapia giornaliera in compresse di rapamicina o placebo.
Principali criteri arruolamento
età compresa tra i 18 e i 75 anni, una durata di malattia dall’esordio dei sintomi inferiore a 18 mesi, una buona funzione respiratoria (un valore di FVC > o = a 70%), assenza di controindicazioni all’assunzione di immunosoppressori. Per poter proceder con l’inserimento del paziente nello studio, il medico sperimentatore verifica la presenza di tutti i criteri di inclusione e di esclusione per determinare che la persona possa partecipare senza rischi per la sua salute.
Nota bene
è molto importante sottolineare che il coinvolgimento da parte dei paziente è volontario. Per il paziente interessato, è opportuno verificare, insieme al proprio medico, se lo stato di salute sia adeguato all’ingresso nello studio. Indipendentemente dalla decisione, non vi saranno modifiche nei rapporti tra il paziente con il medico curante e con l’associazione.
Attualmente sono stati inclusi nello studio 27 pazienti (su 63 previsti) ed il farmaco ha mostrato una buona tollerabilità. I centri attivi al momento sono i seguenti:
- Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena, UO Neurologia, Dr.ssa Jessica Mandrioli
- Azienda Ospedaliero-Universitaria “Maggiore della Carità”, Novara, Dr.ssa Letizia Mazzini
- Centro Clinico NEMO, Milano, Dr. Christian Lunetta
- IRCCS Fondazione Salvatore Maugeri, Istituto Scientifico di Milano, Dr.ssa Kalliopi Marinou
- IRCCS Azienda Ospedaliera Universitaria San Martino di Genova, Dr.ssa Claudia Caponnetto
- IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano, Dr.ssa Eleonora Dalla Bella
I centri in corso di attivazione sono i seguenti:
- Università degli Studi di Padova, UO Neurologia, Dr. Gianni Sorarù
- Dipartimento di Neuroscienze “Rita Levi Montalcini” dell’Università degli Studi di Torino, Prof. Adriano Chiò
ℹ️ Per maggiori informazioni
Per proporre il proprio inserimento nello studio è necessario contattare uno dei centri partecipanti sopra riportati, cliccando sul link, oppure si può contattare il centro promotore, Dott.ssa Jessica Mandrioli, e-mail: mandrioli.jessica@aou.mo.it