Percoto Canta per AISLA, 2024. Ti raccontiamo com’è andata

Grande successo per la serata benefica di Percoto Canta per AISLA, tra musica, solidarietà e commozione sul Lungomare di Grado!

L’iniziativa, satellite del Concorso canoro Percoto Canta 2024 che si concluderà con la semifinale e l’evento di settembre, si è arricchita di nuovi grandi nomi della musica italiana che faranno parte della giuria, portando ulteriore prestigio alla manifestazione. Ma non è stata solo la musica a risuonare: anche quest’anno, infatti, Percoto Canta ha sostenuto il progetto MY VOICE, grazie al quale tutti gli artisti iscritti alla gara canora, in forma strettamente personale e anonima, hanno “donato” la propria voce per i comunicatori vocali delle persone affette da SLA.

La serata è stata un vero successo, attirando circa 200 persone sul lungomare, con altrettante persone che si sono radunate nei dintorni per godersi l’evento. Nonostante il caldo, l’atmosfera è stata piacevole e carica di emozione. La serata ha visto anche la partecipazione di illustri ospiti come l’Assessore alla Cultura di Grado, Laura Zanella, e l’Assessore allo Sport e alle Associazioni del Comune di Pavia di Udine, Ercole Nardone. Al banchetto AISLA di raccolta fondi presenti i figli del Vicepresidente nazionale AISLA Paolo Zanini insieme ad Andrea e Nadia. Giuliano Lestuzzi, Presidente di Percoto Canta ha contribuito alla perfetta organizzazione dell’evento.

Durante la serata sono stati proiettati quattro video di AISLA e un videomessaggio speciale di RON, testimonial dell’Associazione dal 2004.  

Suggestiva e delicata la metafora di apertura utilizzata dal presentatore Leonardo Tognon: “Immaginate di essere un pianista, le vostre mani danzano sulle tastiere con grazia, ogni dito è un ballerino che si muove in perfetta armonia. Ma un giorno, questi ballerini iniziano a inciampare, a perdere il ritmo, fino a quando, uno dopo l’altro, si fermano. Ma noi non perdiamo la speranza, perché ogni nota che suoniamo, ogni canzone che cantiamo, è un inno alla vita. E come in ogni grande opera, c’è sempre spazio per un finale sorprendente. La ricerca scientifica sta lavorando senza sosta, come un compositore che scrive una nuova sinfonia, per trovare la cura per questa malattia. Chi ha la SLA sogna di non averla, ma fa anche un sacco di altri bellissimi sogni che ama condividere con chi ama.”

Un momento particolarmente toccante è stato quando Andrea Macorig ha letto la lettera della Presidente AISLA Friuli-Venezia Giulia Nadia Narduzzi, presente sul palco, suscitando la commozione del pubblico. Nessuno avrebbe potuto immaginare che il giorno dopo, sabato 6 luglio, se ne sarebbe andata via, lasciandoci. Averla insieme, sul palco, nella sua ultima uscita pubblica insieme a tutta la gente di Percoto Canta e agli artisti è stato un privilegio e ha impreziosito ancora di più la manifestazione. Ma come la Musica è un messaggio di Speranza e un inno alla Vita, siamo grati di aver potuto condividere con Nadia tutto questo, fino alla fine. In un abbraccio che ci fa sentire sempre più vivi.

In suo onore e ricordo, la lettera letta sul palco da Andrea Macorig:

Non posso e non voglio nascondere l’emozione che ho nel cuore. Per me è un grande onore, ma anche un privilegio essere qui, stasera assieme a tutti voi.
Percoto Canta mi restituisce subito l’immagine di una parola dal valore potente: insieme. Rubo la frase al grande Maestro Ezio Bosso, che diceva: La musica è come la vita: si può fare in un solo modo, insieme.
E… lo sappiamo bene tutti. La musica è un linguaggio universale, che accompagna l’uomo dall’alba dei tempi. È stata strumento ogni volta di innovazione, adesione al canone, ribellione; ha aiutato (e aiuta) a superare le barriere imposte dalle culture. La sua capacità comunicativa scavalca i limiti imposti dalle parole. Insieme, per noi, è una parola potente. Una parola che da sostantivo diventa sostanza. Sostanza che è l’essenza stessa della nostra Vita. La SLA è una sigla che mette paura. La nostra progressiva perdita dei motoneuroni è una sorta di blackout. Un corto circuito. Una lampadina fulminata.
Senza corrente.
Senza contatto.
Nessun ricambio.
Eppure, anche senza forza muscolare, la nostra mente viaggia e nessuno di noi ha intenzione di lasciarsela rubare facilmente. Il nostro cuore, la nostra anima, i nostri cinque sensi sono effervescenti. Quarant’anni fa la parola Sla non significava nulla per nessuno. Oggi, quella parola, abbiamo imparato a conoscerla tutti e chi è malato, i suoi familiari, è molto meno solo di un tempo. Non è un cambiamento avvenuto così. Dietro c’è una grande fatica, un grande impegno, una enorme passione, uno sforzo anche doloroso ma ripagato dai risultati. passione, uno sforzo anche doloroso ma ripagato dai risultati. In questi anni sono stati fatti passi da gigante. Ora esiste un Centro di Ascolto, Centri Clinici specializzati.
Ma, pensate alla solitudine di quarant’anni fa quando, alle domande brucianti, non si sapeva neppure a chi poterle rivolgere. “I care”, cioè Io ne ho cura, come diceva Don Milani. E quel motto siamo esattamente tutti noi, qui, questa sera. Nei fatti. Insieme. C’è un’altra parola che desidero consegnarvi. CONSAPEVOLEZZA.
Di fronte a questa parola, mi sono chiesta: Che cosa significa per noi la consapevolezza? Quali parole, immagini, suoni vi raggiungono? Insomma, che cosa vuol dire consapevolezza per ciascuno di noi che vive la SLA? La Sla ci porta a percorrere un tratto di vita estremo. Eppure, come vi raccontavo prima, il nostro mondo è così imperfettamente perfetto! Duella incessantemente tra viltà e incoscienza, mentre rimane stabile sui nostri cuori il peso della paura.
E se è vero che è coraggioso solo chi prova paura, con la consapevolezza di non essere più soli, vi dico che: Noi non abbasseremo mai lo sguardo alla malattia.
Noi non smetteremo mai di incoraggiare ricercatori, clinici, volontari e i compagni di malattia.

La terza parola arriva da sola e richiama tanto il valore di essere INSIEME, quanto quello della CONSAPEVOLEZZA. La parola è Speranza. Una speranza che richiama ad una responsabilità comune, quella per gli altri che va intesa proprio come la responsabilità per il futuro, per chi domani sarà al nostro posto. Grazie a tutti voi, agli artisti, agli organizzatori. È solo se sappiamo di non essere soli, che possiamo continuare questa nostra crociata contro la Sla.
INSIEME CONSAPEVOLMENTE E CON SPERANZA

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