“Le regole dei motoneuroni": le regole del gioco valgono per tutti
Sono rimasto sorpreso quando Alberto mi ha consegnato il suo libro perché, tra le tante, mai lo avrei immaginato scrittore. E’ stato capace di stupirmi, ancora una volta.
La penna è scorrevole, intensa ed emozionante.
Ognuno di noi lettori cerca, in ogni libro, di ritrovare la propria avventura, prospettiva, storia e dimensione. Certo, potrebbe non essere naturale ritrovarsi in quella di una “condizione imperfetta”, ma l’apertura è subito chiara e si iniziano a vivere le varie storie raccontate da Alberto tuffandosi in quell’urlo silenzioso e, passando di casa in casa, si arriva alla fine del libro immersi nel viaggio della propria vita.
La prospettiva, dunque, è dichiarata dalle prime righe. Eppure, leggendo le storie che sembrano così distanti dalla realtà “comune”, ci si rende subito conto che lo svolgimento del gioco, quello della vita, è uguale per tutti e nulla diventa banale. Ho amato il passaggio in cui il papà, nonostante tutto, si dimostra grato perché l’imperfezione inflitta gli offre il privilegio di continuare ad abbracciare la figlia ogni giorno. Come nella storia dell’alfiere: la vita è un’opportunità, dipende davvero da come te la giochi.
La chiusura è splendida, ma di capitoli ne avrei letti ancora dieci!
Sì, Sartre ha ragione: l’inferno sono gli altri. Quello che ricorda Fontana sono le regole del gioco: che valgono per tutti!
Massimo Mauro
Le regole dei motoneuroni. Storie di vita da raccontare
di Alberto Fontana
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