La crisi di Governo non deve interrompere la riforma del PNRR

AISLA, tra le 48 organizzazioni del Patto, rivolge un appello al Presidente della Repubblica, al Presidente Mario Draghi e ai Ministri Orlando e Speranza.

di Redazione

1 agosto 2022 –  La caduta del Governo rischia di vanificare gli sforzi compiuti sul PNRR, un atto che in Italia attendiamo da trent’anni e che, nel frattempo, è stato compiuto in tutti i Paesi europei simili al nostro. Per questo la comunità italiana della non autosufficienza ha deciso di superare confini di appartenenze e specificità. E si è unita, con il Patto per il nuovo Welfare e rivolge un appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Presidente del consiglio dei ministri Mario Draghi e ai Ministri Orlando e Speranza

Così come previsto dalla Circolare Disbrigo Affari Correnti predisposta dal Presidente del Consiglio dei Ministri per disciplinare le attività delle istituzioni nazionali da qui alle prossime elezioni, le 48 organizzazioni del Patto chiedono di adottare provvedimenti normativi rispetto al Piano nazionale di Ripresa e Resilienza.

«Con la prematura interruzione della legislatura, esiste il pericolo che tutto quanto è stato realizzato sin qui si riveli inutile. Ciò significherebbe ricominciare daccapo nella nuova legislatura, peraltro con ben poco tempo a disposizione. Vi chiediamo, dunque, di compiere ogni azione possibile – nel rispetto delle norme vigenti – affinché il lavoro compiuto non venga disperso e la nuova attenzione verso la non autosufficienza non rimanga una mera dichiarazione d’intenti».

Il Pnrr prevede una riforma che introduce un sistema organico di assistenza alle persone non autosufficienti. Una riforma da realizzare attraverso una Legge delega e che il Parlamento deve approvare entro la primavera 2023.

Se il 2020 è stato l’anno dell’emergenza e il 2021 l’anno del tentativo di nuova normalità, il 2022 si è prefigurato sin qui come l’anno della ripartenza, grazie proprio al PNRR che dovrebbe portare ingenti risorse in grado di innescare un rilancio generativo. Per questo, nella lettera inviata agli interlocutori istituzionali, il Patto ricorda i 10 buoni motivi per non interrompere la riforma

  1. contemplare in un unico Sistema tutte le misure, sociali e sanitarie (SNA)
  2. superare l’attuale frammentazione degli interventi
  3. riconoscere la tutela della non autosufficienza come responsabilità pubblica (LEA e LEPS)
  4. Servizi riconoscibili e facili da raggiungere
  5. semplificare l’attuale pletora di valutazioni
  6. puntare su una nuova domiciliarità, unitaria, appropriata e continua
  7. assicurare la qualità degli ambienti di vita
  8. riformare l’indennità di accompagnamento
  9. costruire un piano di assistenza domiciliare intorno alle famiglie
  10. collocare la figura degli assistenti familiari all’interno dello SNA 

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