Il coraggio delle donne
la storia di Marilena
Mi chiamo Marilena ho 53 anni, sono sposata, ho due figlie meravigliose.
Da molti anni la signora SLA Bruttabestia cerca di mettermi al tappeto. Mi costringe a letto ogni giorno dal dopo pranzo fino al mattino successivo, spesso anche per svariati giorni senza farmene uscire tanto ha picchiato forte, ma dal mio angolino piano piano mi ripiglio e appena riesco gliene restituisco qualcuna. Mi ha tolto molto: uscire, camminare, andare in montagna, ballare, cantare, suonare il pianoforte, ovviamente niente più lavoro, poche telefonate con le figlie, ultimamente anche parlare è diventato difficoltoso e si frulla ciò che non si riesce più a deglutire. Casa mia è come la stazione Centrale di Milano, un va e vieni di amici, parenti, fisioterapista, dottori, e la mia cara amica che mi assiste la mattina per dare ore d’aria a mio marito, anche lui ha dovuto lasciare il lavoro per aiutarmi. Non importa, questa forma meno aggressiva rispetto alla classica SLA, mi ha lasciato ancora un po l’uso delle mani e qualche rara ora al giorno in carrozzina, quel tanto che basta per trasformare il mio tempo in piccoli lavoretti. Ecco, ciò che mi è rimasto è come un talento, non sfruttarlo sarebbe dare un schiaffo a chi non ha più né tempo né mani. Questi lavoretti me li comprano amici e parenti, tolte le spese, il ricavato va in beneficenza, essere ancora un pochino utile è una gioia. Un giorno ho regalato un sacchettino ricamato ad una mia amica, mi ha chiesto quanto tempo era servito, le ho risposto un pomeriggio intero, lei mi ha guardata con gli occhi spalancati “mi stai regalando un tuo pomeriggio!”, niente può ripagarti di più.
Foto tratta dalla Mostra fotografica “Il coraggio delle donne”