Il chiarimento dopo lo spiacevole equivoco nel calcio dilettantistico calabrese
Vincenzo Soverino, nonostante il suo impegno nella difesa dei diritti delle persone con disabilità, ha purtroppo recentemente vissuto uno spiacevole equivoco durante una partita di calcio dilettantistico in Calabria.
La vicenda si è verificata domenica scorsa, poco prima dell’inizio della partita di calcio tra Città di Guardavalle 1975 e Virtus Rosarno, nel girone B della Promozione calabrese. Da 18 anni, il logo dell’AISLA è presente sulla maglia del Guardavalle Calcio, simbolo di solidarietà e sensibilizzazione nei confronti delle persone con Sla.
Purtroppo, a Guardavalle la tribuna non è accessibile alle persone con disabilità, quindi Soverino è solito assistere alle partite a bordo campo, sotto la tribuna stampa, tra le due panchine. Nonostante la sua presenza discreta non abbia mai creato problemi in passato, questa volta l’arbitro ha deciso che non poteva stare lì, ignorando la sua disabilità e affermando che il regolamento parlava chiaro.
Soverino sottolinea che non si tratta solo di regolamenti, ma di buon senso. Durante l’intervallo, grazie all’intervento del maresciallo dei carabinieri presente, è stato concesso a Soverino di tornare nella sua postazione abituale per seguire la partita.
Immediato il chiarimento dell’Associazione Italiana Arbitri locrese, guidata da Anselmo Scaramuzzino, che ha invitato formalmente Soverino a Locri per una stretta di mano e una riflessione sulle tematiche inclusive tra associazioni.
«L’arbitro incaricato a dirigere la gara in questione è un giovane diciasettenne dalla condotta sempre esemplare oltre a possedere animo sensibile ed altruistico – ha spiegato il presidente dell’Aia di Locri – Siamo sempre al fianco di chi è meno fortunato di noi e abbiamo il dovere di non mettere a rischio l’incolumità di chi, non per propria volontà, si trova nell’impossibilità di ripararsi da possibili pallonate e altri accidentali urti che possono verificarsi in una gara di calcio. Capisco la preoccupazione riguardo alla richiesta di sosta per la persona in carrozzina tra le panchine durante la partita e mi scuso personalmente se la decisione correttamente adottata è stata percepita come mancanza di sensibilità. La mia priorità e quella dei nostri arbitri, è sempre quella di garantire la sicurezza e il regolare svolgimento del gioco; in quel momento il giovane arbitro avrà valutato che la presenza di una persona in carrozzina in quell’area di gioco potesse creare un rischio per la sua stessa incolumità, quindi tutelandola».
“Voglio chiarire prima di tutto che lo sport è inclusione e posso testimoniarlo con forza e gratitudine nella mia cinquantennale esperienza da tifoso del calcio a bordo campo. – dichiara Vincenzo Soverino, consigliere nazionale AISLA, che continua – “E lo dimostrano il grande lavoro di sensibilizzazione e la grande attenzione che, in questi anni, ha visto impegnate la FIGC e l’AIA. Questo unico episodio, per quanto mi riguarda, ci dà un importante messaggio: in un momento storico in cui si parla di “progetto di vita” delle persone con disabilità, il cambiamento sociale e la cultura dell’inclusione devono partire sempre dalla persona e dal contesto in cui essa si trova. “
La risposta positiva dell’AIA, insieme agli attestati di solidarietà da parte del Forum nazionale del Terzo settore, di Anffas e Fish, e alla telefonata del Ministro per le disabilità Alessandra Locatelli, evidenziano che la nostra società sta attraversando importanti cambiamenti sociali e culturali. È fondamentale garantire l’accessibilità, auspicando stadi – anche se dilettantistici – realmente accessibili.