Grazie alla ricerca finanziata da AriSLA E Fondazione Vialli e Mauro, un farmaco cannabinoide per contrastare i sintomi di spasticità

Uno studio multicentrico pubblicato oggi su Lancet Neurology mostra per la prima volta l’efficacia di un farmaco cannabinoide nel ridurre la spasticità e altri sintomi correlati nei pazienti con malattie del motoneurone (MND). La terapia utilizzata per lo studio – a base di derivati dalla Cannabis Sativa – è stata recentemente approvata per il trattamento sintomatico della spasticità nella sclerosi multipla. A condurre la ricerca è un gruppo di medici e ricercatori dell’IRCCS Ospedale San Raffaele – una delle 19 strutture d’eccellenza del Gruppo San Donato – e dell’Università Vita-Salute San Raffaele, guidati dal Professor Giancarlo Comi, direttore dell’Istituto di Neurologia Sperimentale (INSPE) e coordinatore dell’area neurologica. La ricerca è stata possibile grazie al sostegno della Fondazione Italiana di Ricerca per la Sclerosi Laterale Amiotrofica (AriSLA).

Lo studio

Il lavoro appena pubblicato è il primo studio condotto su pazienti affetti dalle malattie del motoneurone a testare l’efficacia di trattamenti farmacologici – in particolare una combinazione di sostanze cannabinoidi – nel ridurre la spasticità, la principale causa di disabilità in queste persone. La spasticità consiste nella resistenza opposta dei muscoli a movimenti volontari o involontari e può causare, a sua volta, una serie manifestazioni spiacevoli quali crampi, spasmi, contratture e dolori.

Nilo Riva


I ricercatori hanno reclutato 59 pazienti sopra i 18 anni affetti da MND con evidenti sintomi di spasticità. Utilizzando il metodo a “doppio cieco” randomizzato, una parte è stata trattata con sostanze placebo (gruppo di controllo) e una parte con nabiximols, un estratto della Cannabis Sativa. «Dopo sei settimane di trattamento abbiamo rilevato nei pazienti trattati con il farmaco cannabinoide un miglioramento significativo dei sintomi correlati alla spasticità rispetto ai pazienti trattati con placebo» afferma Nilo Riva, neurologo e primo autore dell’articolo, che ha condotto lo studio insieme a Mauro Comola presso l’Ospedale San Raffaele.
«Il risultato positivo di questa sperimentazione clinica deriva non solo dalla dimostrata efficacia di questa associazione di cannabinoidi, ma anche dal buon profilo di sicurezza e tollerabilità che è fondamentale», aggiunge il professor Giancarlo Comi.
L’impiego di farmaci derivati dalla cannabis per queste patologie è ancora più interessante visti i risultati di alcune ricerche recenti svolte sul modello animale della SLA, secondo cui i cannabinoidi sarebbero in grado di rallentare la perdita delle capacità motorie e aumentare la sopravvivenza degli animali trattati, agendo quindi in funzione neuroprotettiva. Occorrono tuttavia ulteriori studi per testare l’ipotesi neuroprotettiva anche in ambito clinico.

L’importanza della collaborazione

Questo studio multicentrico è frutto di una collaborazione tra più centri di eccellenza per la cura delle malattie del motoneurone: oltre al Dipartimento di Neurologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, hanno partecipato l’Istituto Clinico Scientifico Maugeri di Milano, il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Padova ed il Centro Clinico NeMO (Neuromuscular Omnicentre), sede di Milano, presso l’Ospedale Niguarda. La ricerca è stata possibile grazie al sostegno di Fondazione Italiana di Ricerca per la Sclerosi Laterale Amiotrofica (AriSLA) in sinergia con la Fondazione Vialli e Mauro per la Ricerca e lo Sport onlus, di GW Pharmaceuticals e di Almirall.
«Questo studio riporta evidenze cliniche importanti per la gestione di alcune problematiche delle persone con SLA. Ci auguriamo che questi risultati possano essere confermati anche in studi con maggiore numerosità di pazienti per l’importante ricaduta sulla qualità di vita» commenta Dr.ssa Anna Ambrosini – Direttore Scientifico di Fondazione AriSLA.


STUDIO PUBBLICATO SU Lancet Neurology – 13 dicembre 2018
Safety and Efficacy on Spasticity Symptoms of a Cannabis Sativa Extract in Motor Neuron Disease Patients (CANALS): a Multicentre, Randomized, Double-Blind, Placebo-Controlled phase 2 trial
Nilo Riva1, Gabriele Mora2, Gianni Sorarù3, Christian Lunetta4, Ottavia E. Ferraro, Yuri Falzone1, Letizia Leocani1, Raffaella Fazio1, Mauro Comola1, Giancarlo Comi1 for the CANALS Study Group*
 1 Department of Neurology, Institute of Experimental Neurology (INSPE), Division of Neuroscience, IRCCS San Raffaele Scientific Institute, Vita-Salute San Raffaele University, Milan, Italy
2 Department Neurorehabilitation, ALS Centre, Istituti Clinici Scientifici Maugeri, IRCCS, Milan, Italy
3 Department of Neurosciences, Neuromuscular Centre, University of Padova, Padua, Italy
4 NeuroMuscular Omnicentre (NEMO), Serena Onlus Foundation, Milan, Italy
5 Unit of Biostatistics and Clinical Epidemiology, Department of Public Health, University of Pavia, Italy
Nel commento correlato all’articolo, la dott.ssa Marianne de Visser del Centro medico dell’Università di Amsterdam, spiega: “Prima della richiesta di approvazione per il trattamento sintomatico della spasticità nella SLA sono necessari ulteriori studi per stabilire la frequenza della spasticità nelle diverse presentazioni della malattia del motoneurone, per comprendere fino a che punto sia migliorata la qualità della vita dei pazienti. In particolare, sono necessari studi di storia naturale della malattia che includano tutte le tipologie di pazienti così come la definizione di migliori misure di valutazione dell’efficacia. I dati del Dott. Riva e colleghi sono incoraggianti, e dovrebbero essere compiuti studi clinici randomizzati controllati più ampi per identificare quali sottogruppi di pazienti potrebbero avere benefici significativi dal trattamento con il nabiximols.”
 
Fonte: IRCCS Ospedale San Raffaele | Ufficio Stampa | Tel. 02 2643 6255/4466 – ufficio.stampa@hsr.it | www.hsr.it
 

Per informazioni

Centro Ascolto Aisla
Tel. 02 66982144
centroascolto@aisla.it
Rispondono gli esperti: dr. Nilo Riva e dr. Christian Lunetta
Ufficio scientifico AriSLA

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