GIMBE: Presentazione del VII Rapporto su SSN
Si è svolta oggi, martedì 8 ottobre 2024, presso la Sala Capitolare, Chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva presso il Senato della Repubblica la presentazione del VII Rapporto Gimbe sul Sistema Sanitario Nazionale. Moderato dalla giornalista del Sole24Ore Sanità, Barbara Gobbi, il dibattito ha permesso di evidenziare la fragilità di un sistema sanitario nazionale che, a 45 anni dalla sua istituzione, rimane ancora tra i migliori al mondo ma che ha bisogno di essere protetto, curato e tutelato.
Con la lettera del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il presidente della Fondazione GIMBE, Nino Cartabellotta ha illustrato i punti salienti del Rapporto che definisce lo stato di salute del Sistema Sanitario Nazionale: “La tenuta del SSN è prossima al punto di non ritorno, che i princìpi fondanti di universalismo, equità e uguaglianza sono stati ormai traditi e che si sta lentamente sgretolando il diritto costituzionale alla tutela della salute, in particolare per le fasce socio-economiche più deboli, gli anziani e i fragili, chi vive nel Mezzogiorno e nelle aree interne e disagiate”, ha affermato Cartabellotta.
Dal definanziamento cronico, attuato negli ultimi 15 anni da tutti i governi alla crescita del peso economico a carico delle famiglie – passata dal 1,6% al 10,3% in un solo anno -, il Rapporto evidenzia l’enorme impatto sulla salute del cittadino: sono 4,48 milioni le persone che hanno rinunciato a visite specialistiche o esami diagnostici pur avendone bisogno. Le cause sono numerose: lunghi tempi di attesa, difficoltà di accesso (struttura lontana, mancanza di trasporti, orari scomodi), problemi economici (impossibilità di pagare, costo eccessivo). E per motivi economici nel 2023, 2,5 milioni di persone, quasi 600.000 in più rispetto all’anno precedente hanno rinunciato alle cure.
Crolla la spesa per la prevenzione. Rispetto al 2022, nel 2023 la spesa per i “Servizi per la prevenzione delle malattie” si è ridotta di ben € 1.933 milioni. Inoltre, I dati raccolti da organizzazioni sindacali e di categoria documentano infatti il progressivo abbandono del SSN: secondo la Fondazione ONAOSI, tra il 2019 e il 2022 il SSN ha perso oltre 11.000 medici per licenziamenti o conclusione di contratti a tempo determinato. L’Italia dispone complessivamente di 4,2 medici ogni 1.000 abitanti, un dato superiore alla media OCSE (3,7), ma sta sperimentando il progressivo abbandono del SSN e carenze selettive: oltre ai medici di famiglia, alcune specialità mediche fondamentali non sono più attrattive per i giovani medici, che disertano le specializzazioni in medicina d’emergenza-urgenza, medicina nucleare, medicina e cure palliative, patologia clinica e biochimica clinica, microbiologia, e radioterapia.
Il Rapporto mette in luce la disomogeneità dei territori. In controtendenza con l’articolo 32 della Costituzione che ribadisce i principi fondanti del SSN (universalità, uguaglianza, equità), GIMBE evidenzia il divario Nord-Sud nell’applicazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Nel 2022, sono solo 13 le Regioni che rispettano gli standard essenziali di cura. Una frattura strutturale nell’esigibilità del diritto alla tutela della salute.
A conclusione di un’attenta analisi, Cartabellotta rilancia la campagna “Salviamo il SSN”, un programma chiaro in 13 punti che prescrive la terapia per un SSN “malato cronico”: “Un nuovo patto politico e sociale, che superi divisioni ideologiche e avvicendamenti dei Governi, riconoscendo nel SSN un pilastro della nostra democrazia, uno strumento di coesione sociale e un motore per lo sviluppo economico dell’Italia. Un patto che chiede ai cittadini di diventare utenti informati e responsabili, consapevoli del valore del SSN, e a tutti gli attori della sanità di rinunciare ai privilegi acquisiti per salvaguardare il bene comune”.