Due famiglie, un Baobab da custodire: le operazioni sollievo di AISLA Bergamo

Non è semplice avere dodici o tredici anni e imparare così presto che anche i genitori, a volte, si ammalano. Per Claudia la diagnosi di SLA arrivata qualche anno fa e per i suoi figli è cambiato tutto: le abitudini, le giornate, perfino il modo di sorridere.

Ma non ha cancellato il bisogno di essere bambini, di crescere con le domande giuste, di sentirsi accompagnati mentre tutto intorno sembra perdere il suo ordine.

Insieme a loro, c’è anche la sorella maggiore, all’ultimo anno di liceo artistico. Una ragazza sensibile e appassionata che, nonostante le difficoltà di una famiglia segnata dalla separazione dei genitori e dalla malattia della mamma, continua a coltivare i suoi sogni.

Proprio per lei, AISLA Bergamo ha donato un abbonamento annuale in palestra: uno spazio di libertà, benessere e sfogo personale. Per i ragazzi, invece, è stato donato un PC per le attività scolastiche.

Per tutti e tre, AISLA è intervenuta con un’Operazione Sollievo concreta e pensata su misura nel quadro del progetto Baobab, il progetto dedicato ai figli dei malati di SLA.

“Non possiamo fermare la malattia,” racconta Anna Di Landro, referente di AISLA Bergamo, “ma possiamo aiutare le famiglie a non perdersi. Dare ai bambini la possibilità di vivere appieno la loro età, fatta anche di gioco e di divertimento.”

C’è poi un’altra storia, quella di Giancarlo, malato di SLA da diciotto anni. Quando ha ricevuto la diagnosi, suo figlio aveva appena tre anni. La figlia più piccola, invece, non era ancora nata. Oggi sono adolescenti, cresciuti in una casa dove la malattia è sempre stata presente, come un’ombra costante ma anche come un insegnamento di resilienza e amore.

Per questa famiglia, AISLA ha scelto di donare un tablet: uno strumento semplice, ma capace di aprire mondi. Per la scuola, certo, ma anche per restare in contatto con gli amici, per raccontarsi, per cercare distrazioni e costruire nuovi spazi interiori. Un piccolo gesto per dire: “Siamo con voi. Non siete soli.”“Ragazzi che fin da bambini hanno avuto un genitore malato e non hanno potuto compiere con lui quello che normalmente si fa insieme per cui dovremmo tutti noi dare loro di più“, ha concluso Anna Di Landro.

Il progetto Baobab guarda lontano, proprio come l’albero a cui si ispira: con radici profonde nella realtà delle famiglie e rami protesi verso il futuro dei ragazzi. Perché ogni figlio della SLA possa continuare a crescere, coltivando sogni e speranze. Perché, come nel Piccolo Principe, anche le piccole rose vanno protette. E i Baobab, potati con cura, possono lasciare spazio alla vita.

AISLA è accanto a loro. Sempre.

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