DIECI ANNI FA MORIVA ADRIANO LOMBARDI: IL RICORDO DI AISLA
Sono passati dieci anni da quel 30 novembre 2007, giorno in cui Adriano Lombardi, indimenticato capitano dell’Avellino Calcio con oltre 500 partite da calciatore professionista giocate anche nelle fila del Como, ha concluso la sua fiera battaglia contro la Sla.
Una malattia che lo aveva colpito nel 2000 e che il Lombardi ha comunque sempre affrontato a testa alta con la tenacia, la grinta e la determinazione da “Guerriero” che lo hanno contraddistinto prima in campo e poi in panchina come allenatore.
Anche noi di Aisla abbiamo avuto modo di conoscere Lombardi e la sua famiglia. Ricordiamo quando accettò, il 10 settembre 2004, di portare la propria testimonianza ad una tavola rotonda sul tema “Sla e pratica sportiva” organizzata a Forte dei Marmi dall’Associazione Sportiva Arcobaleno con il patrocinio del Comune e di Aisla nell’ambito del 1° Torneo Nazionale Giovanile – Versilia Cup intitolato a Gianluca Signorini, altro ex calciatore e grande Capitano (del Genoa) che ha dovuto lottare contro la Sla.
Intervenuto insieme ad alcuni medici esperti di Sla (i dottori Gabriele Mora, Paolo Bongioanni, Gabriele Siciliano, Bruno Rossi), e ai due giornalisti della “Gazzetta dello Sport” Sebastiano Vernazza e la compianta Enrica Speroni impegnati in inchieste sulla diffusione della malattia nel mondo sportivo e calcistico in particolare, con la consueta schiettezza Lombardi aveva evidenziato: «Il legame causale tra la Sla e il calcio è tutto da verificare. Io non ho mai fatto uso di doping, né me lo hanno proposto. Secondo me la vera causa potrebbe invece essere lo stress emotivo».
Dopo la sua morte, il ricordo di Lombardi ha dato la spinta per continuare – seguendo il suo esempio ed onorando la sua memoria – a portare avanti la lotta alla Sla attraverso iniziative benefiche proprio nel nome del Capitano per eccellenza dei “lupi”. E’ il caso di “Un calcio alla Sla” promossa da anni ad Avellino da “Unione Sportiva tutta la vita” con il puntuale coinvolgimento di Aisla come occasione di sensibilizzazione e riflessione sulla Sla, sui bisogni degli ammalati e di raccolta fondi per sostenere le persone con Sla e alle loro famiglie.
Ancora una volta grazie, Capitano!