Davide Rafanelli riceve il Premio “Beato Talamoni”
Ottobre mese del dono. Un privilegio poterlo celebrare al fianco di un amico che, nel tardo pomeriggio di giovedì 3 ottobre, è stato insignito del premio “Beato Talamoni”, la massima benemerenza della Provincia di Monza e Brianza, conferita ogni anno a chi si distingue per la capacità di donare il proprio contributo nel costruire sviluppo sociale.
Tra le sei eccellenze premiate dal presidente della Provincia, Luca Santambrogio, c’è Davide Rafanelli, presidente SLAfood, consigliere nazionale AISLA e consigliere dei Centri Clinici NeMO, di cui è paziente. “Il coraggio e la determinazione di Davide sono un esempio per tutti, a dimostrazione che anche di fronte ad una malattia grave è possibile dare il proprio contributo lasciando un segno nella società”: questa la menzione al prestigioso premio, accolta da un lunghissimo e commosso applauso.
La voce di Davide, resa fragile dalla Sla, attende il silenzio per condividere l’emozione e raccontare il valore di quel premio. Ed il messaggio, breve e pacato, arriva ai presenti con la sua forza straordinaria e dirompente: “Vivere con la SLA non è semplice, ma io penso che con i compagni di viaggio giusti si possa scegliere di vivere e, sottolineo, vivere e non sopravvivere. Ed in questo percorso c’è una necessità che arriva all’improvviso ed è quella di sapersi donare. Il mese di ottobre è il mese del dono. Per me è diventata una scelta quella di donarmi agli altri cercando di aiutare chi vive, come me, con questa condizione di malattia. Non è un percorso semplice ma è un percorso di condivisione. Se siamo in grado di condividere le nostre emozioni con le altre persone e di donarci agli altri, ci accorgiamo che la vita diventa migliore. Di fatto noi doniamo il nostro tempo e sappiamo che il tempo non torna indietro: ecco perché il dono ha un valore immenso. Dedico questo percorso di condivisione a mia moglie e mia figlia, che mi seguono giorno e notte e mi sostengono; al mio sindaco, al Comune di Vedano al Lambro e ai miei amici. Dedico questa emozione al Centro Clinico NeMO, che per me vuol dire casa; a tutti gli chef di SLAfood che partecipano con il cuore ad ogni iniziativa e ad AISLA, che è per me famiglia. Dedico quindi questo premio ai seimila malati di SLA in Italia e a tutte le loro famiglie che credono in un futuro di speranza”.
La vita di Davide prende una nuova direzione alla diagnosi della malattia, quando sceglie di mettere al servizio della comunità la sua professionalità nel mondo del food, per contribuire a mantenere la qualità di vita di chi, come lui, affronta ogni giorno la Sla insieme ai propri cari. Il valore del gusto, della condivisione della tavola, della relazione con gli altri diventano la bussola di questo viaggio e del suo desiderio di “restituire agli altri quanto ad oggi la vita ha donato in abbondanza”.
Ed è così che il viaggio di Davide diventa anche il nostro, fatto di piccoli e grandi segni di speranza, di impegno e di gioia nel condividere la possibilità di provare a realizzare l’impossibile. In questo desiderio, in fondo, è racchiuso il significato della benemerenza a Davide. E noi non possiamo che essere grati di farne parte.