Caregiver, il giorno degli emendamenti
Da parte di Bignami e Angioni c’è la volontà di rafforzare il testo unificato per il riconoscimento del caregiver famigliare, chiedendo un fondo dedicato
di Sara De Carli
Scadeva oggi alle 12 il termine per presentare emendamenti al testo unificato punto di partenza della discussione, in Commissione Lavoro del Senato, per arrivare al riconoscimento del caregiver famigliare. «Come Pd riteniamo il testo unificato solo un punto di partenza per approdare ad una prima legge sul tema. La nostra posizione è chiara: lo Stato non può continuare a scaricare interamente sulla famiglia l’assistenza e la cura di una persona disabile. È necessario costruire un modello già adottato in altri Paesi, in cui il caregiver può contare su servizi sanitari e socio-assistenziali professionali e domiciliari per l’assistenza ai disabili gravi e alle persone non autosufficienti. Siamo alla fine della legislatura e abbiamo stretti vincoli di bilancio, il libro dei sogni è impossibile, ma iniziare un percorso si può», ha detto il senatore Pd Ignazio Angioni, primo firmatario di uno dei tre ddl sul tema. «Tre sono gli obiettivi dei nostri emendamenti – prosegue Angioni – il primo è una corretta definizione di caregiver, che non è un badante né un assistente professionale, ma una persona che ne assiste un’altra non autosufficiente e che ha il diritto di poter conciliare la cura con la vita professionale e di relazione. Per questo proponiamo di non toccare la legge 104/92 e di restringere a 20 ore settimanali o 150 mensili il periodo di prestazione necessario per definire il caregiver. Per promuovere la conciliazione, proponiamo che il ministero del lavoro con la Conferenza delle Regioni favorisca la stipula di accordi tra le associazioni dei datori di lavoro e le organizzazioni sindacali volte a sostenere più flessibilità oraria e la creazione di fondi ferie solidali. Riteniamo poi necessaria l’istituzione di un ‘Fondo per il sostegno del ruolo di cura e assistenza del caregiver familiare’, da rifinanziare attraverso la legge di bilancio».
La senatrice Laura Bignami, prima firmataria di un altro dei tre ddl, ha presentato 46 emendamenti: «il testo unico non risponde alle reali esigenze dei caregiver, per questo vogliamo modificarlo. Riporterei in primis il riconoscimento della figura del caregiver alla centralità dello Stato, introdurrei la delega al Governo per assicurare i benefici ai soli Caregiver e istituirei un Fondo per il sostegno del loro ruolo di cura e assistenza. Spero di ricevere presto una chiamata dal Presidente Mattarella che, sono certa, non rifiuterà di indire un’udienza generale con tutti i caregiver italiani per ascoltare le loro ragioni». Nei giorni scorsi la senatrice si era detta «furiosa con il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni» nell’apprendere che «nella manovra di bilancio si prevedono sgravi fiscali per realizzare giardini sui tetti delle case ma non un euro per i caregiver familiari che assistono, 24 ore su 24, i disabili gravi e gravissimi».
Il 3 ottobre, nell’ultima seduta in cui è stato discusso il tema, il relatore PAGANO (AP-CpE-NCD) aveva ribadito come giudicasse preferibile approvare un testo contenente la definizione della figura del caregiver, rinviando a un successivo provvedimento la quantificazione delle risorse disponibili.
Nel frattempo, la III Commissione Consiliare della Regione Lombardia ha approvato la proposta di una risoluzione sul riconoscimento, la tutela e il sostegno del Caregiver familiare, presentata da Fabio Rolfi (Lega Nord): il testo della risoluzione andrà in Aula il 24 ottobre. La risoluzione chiede – ha detto Rolfi – «una sollecitazione al Parlamento italiano perché venga finalmente approvata una legge che riconosca a livello nazionale il caregiver. Puntiamo di metterci al passo con molti Paesi europei, dove sono previste anche specifiche tutele, tra cui supporti assistenziali e incentivi economici per chi, per molti anni, si è occupato di un famigliare non autosufficiente, magari rinunciando al lavoro e ad altri affetti. Si tratta di un provvedimento non più rimandabile e vogliamo unirci all’appello delle associazioni di rappresentanza lombarde». La risoluzione chiede anche che la Regione Lombardia valuti la possibilità «di adottare idonea regolamentazione regionale in attuazione della previsione di cui all’art. 26 comma 5, lett. d) e e) della l.r. 33/09 per valorizzare il ruolo e la funzione dei caregiver nella presa in carico delle persone con cronicità e fragilità».
Fonte: Vita.it
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