Caregiver familiare, oppure “per scelta” o “condiviso con la comunità”?
Molto interessante l’articolo a firma di Salvatore Nocera sul caregiver familiare. Riflessioni suscitate da quelle precedenti di Simona Lancioni, altrettanto stimolanti.
Entrambe pubblicati la settimana sul portale Superando.it, prendiamo in prestito le stesse parole di Nocera nel nostro desiderio di ringraziare la Redazione, «che offre la possibilità di un dialogo continuo di approfondimenti, non limitandosi così ad essere solo una testata di informazioni, cosa assai importante, ma diventando una palestra di libero confronto di opinioni e quindi di educazione reciproca alla democrazia».
Sociologa, donna infaticabile, competente e determinata, Simona Lancioni è la responsabile del centro “Informare un’h” di Peccioli (Pisa), per il quale segue e organizza le attività del Centro che eroga servizi di consulenza, mette a disposizione materiale documentario e realizza eventi divulgativi. Da anni impegnata sui diritti all’inclusione, con particolare attenzione sul tema delle donne.
Il Centro nasce nell´ambito di un progetto promosso e realizzato congiuntamente dall´Unione italiana lotta alla distrofia muscolare (UILDM) Sezione di Pisa e dal Comune di Peccioli.
Per raccontare chi è Salvatore Nocera, invece, riprendiamo una parte del pezzo della lucida penna di Franco Bomprezzi, scritto esattamente 10 anni (2003) e sempre attualissimo.
«Quante volte Tillo si sarà sentito tirare per la giacca. Quante volte gli avranno domandato: Ma tu, da che parte stai?”.
E’ il destino curioso delle persone oneste e competenti. Si vorrebbe sempre averle dalla propria parte, perché il peso del loro pensiero è importante, spesso decisivo. Ma spesso non ci si cura di ascoltarle per davvero, di recepire il messaggio che in modo garbato e civile, ma non per questo meno fermo, sanno inviare a chi di dovere. Tillo Nocera è una di queste rare persone speciali. Di lui impressionano lungimiranza, perseveranza, pazienza. La lungimiranza è una virtù curiosa per una persona come lui, che vede pochissimo, e solo con l’aiuto di una lente assai simile a un fondo di bottiglia. Ma questa condizione obbligata lo ha portato a “vedere” sempre lontano, ossia nel proprio cervello, e nel proprio cuore. Mite, educato, forbito nel linguaggio, spesso durissimo nella sostanza, ma con una forma tale da poter essere ascoltato da tutti.
Il fatto è che Tillo Nocera è persona radicalmente democratica, capace di non perdere mai di vista i diritti dei più deboli, e dei “senza parola”, senza per questo rinunciare a dialogare con i più forti, con i potenti di turno. Senza ideologismi, ma con ferrea attenzione ai contenuti delle norme, delle quali conosce ogni dettaglio, interiorizzandone il senso e sviluppandone le potenzialità innovative. E si può stare sicuri che dal giorno dopo la sua voce continuerà a martellare, educatamente, ma senza sconti, per nessuno.»