Anche in Italia arriva il riluzolo orodispensabile

La prima formulazione orodispersibile di riluzolo è ora disponibile in Italia. Questa nuova terapia, sviluppata da Zambon, si presenta come una sottile pellicola da sciogliere sulla lingua, senza necessità di acqua o sforzo muscolare.

Questo metodo semplifica l’assunzione del farmaco, facilitando la gestione autonoma della cura da parte dei pazienti e potenzialmente migliorando l’aderenza terapeutica, soprattutto in caso di disfagia, una condizione che colpisce 8 su 10 pazienti con SLA e che comporta difficoltà a deglutire cibi solidi e liquidi. Attualmente, oltre la metà dei pazienti con disfagia frantuma le proprie compresse per poterle inghiottire, una pratica che può ridurre l’assunzione del principio attivo fino al 42%, compromettendo l’efficacia del trattamento.

La Sla – ricorda il prof. Vincenzo Silani, direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell’Irccs Istituto Auxologico Italiano a Milano e membro della Commissione Medico-Scientifica di AISLA, che continua: – colpisce i motoneuroni, ossia le cellule nervose della corteccia motoria e del midollo spinale responsabili dei movimenti della muscolatura scheletrica volontaria, portando ad una progressiva paralisi. Ciò influisce fortemente sull’autonomia dei pazienti che devono fare progressivamente affidamento sui propri caregiver anche per quanto riguarda l’assunzione della terapia. La disponibilità di una formulazione orodispersibile di riluzolo ha un significato molto importante nella gestione della Sla, perché consente alla persona, soprattutto dalle prime fasi della malattia, di avere una maggiore autonomia nell’assunzione dell’unico farmaco ad oggi approvato dalle autorità per la terapia. Siamo infatti di fronte a una malattia con un forte impatto sia per il paziente, sia per tutti coloro che lo circondano, costretti ad affrontare un pesante carico emotivo e sociale”.

La nuova formulazione orodispersibile di riluzolo potrebbe quindi avere un impatto positivo sull’aderenza al trattamento e sull’autonomia dei pazienti.


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